menti in fuga - le voci parallele

menti in fuga - le voci parallele / menti critiche / @Giovanni_Dursi / Atomi reticolari delle "menti critiche", impegnati nella trasformazione sociale e "messa in questione del rapporto tra la forma capitalista (intesa come Gestalt, come forma della percezione) e la potenza produttiva concreta delle forze sociali, particolarmente la potenza dell’intelletto generale"

venerdì 3 novembre 2017

A Cattolica torna la rassegna "Che cosa fanno oggi i filosofi ?"

Dal 5 Novembre 2017 al 4 Febbraio 2018 tornano gli incontri domenicali con studiosi che si interrogano sul tema scelto per quest'edizione: l'educazione

Dettagli dell'evento:

Quando dal 05/11/2017 alle 00:00 al 04/02/2018 alle 00:00

Dove Cattolica, Biblioteca comunale, Galleria

Recapito telefonico per contatti 0541 966603

Domenica 5 novembre alle 17, nella Galleria della Biblioteca comunale di Cattolica, lo storico Emilio Gentile, professore emerito dell'Università di Roma La Sapienza, terrà una conferenza dal titolo "Un'educazione senza storia?".
Inizia così il nuovo ciclo della rassegna "Che cosa fanno oggi i filosofi?" che sotto gli auspici di Umberto Eco ha avuto luogo per la prima volta nel lontano 1980.
Promossa dal Comune e organizzata dalla Biblioteca comunale di Cattolica, anche la nuova serie della rassegna è stata affidata allo storico ideatore, Marcello Di Bella, che ha proposto come tema l'educazione.

 Il programma

NOVEMBRE 2017
Domenica 5 novembre
EMILIO GENTILE, Professore emerito, Università di Roma La Sapienza
Un'educazione senza storia?


Domenica 12 novembre
MARIA PIA VELADIANO, Preside e scrittrice
Che cosa significa insegnare


Domenica 19 novembre
VALERIA DELLA VALLE, Professore di Linguistica, Università di Roma La Sapienza
Prima la parola


Domenica 26 novembre
ELENA CATTANEO, Professore di Farmacologia Università di Milano e Senatore a vita
Cosa significa conoscere scientificamente [Come conoscere le nostre cellule e smascherare i millantatori]



GENNAIO 2018
Domenica 7 gennaio 2018
DIEGO FUSARO, Docente di Storia della Filosofia Università San Raffaele Milano
Pedagogia unica? Critica del pedagogicamente corretto


Domenica 14 gennaio
FEDERICO CONDELLO, Professore di Letteratura Greca, Università di Bologna
Istruzione umanistica, istruzione classica: un capitale simbolico e il suo destino


Domenica 21 gennaio
MARCO GALLIZIOLI, Docente di Storia delle religioni
Il sacro può essere insegnato?


Domenica 28 gennaio
CARLO TOFFALORI, Professore di Logica Matematica nella Università di Camerino
Calculemus


FEBBRAIO 2018
Domenica 4 febbraio
REMO BODEI, Professore di Filosofia, Università of California, Los Angeles
Estetica


Ogni incontro prevede la proiezione di un breve estratto scelto tra i più rilevanti dall'archivio filosofico video della Biblioteca, pertinente per analogia o differenza.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Cartolina

domenica 29 ottobre 2017

Nicola Mariuccini: Nighthawks

Un locale che si riempie di avventori silenziosi o desiderosi di fare quattro chiacchiere; un barista che sa offrire il cocktail giusto per ogni momento. Ci troviamo a Monsaraz, in Portogallo, in una nazione ancora alle prese con la memoria del proprio recente passato. Nicola Mariuccini, con una “ragnatela” intessuta con una fitta trama di dialoghi, ci introduce a una sequenza di eventi che possono mettere in forse anche le vite apparentemente più solide.
copertina del romanzo Nighthawks di MariucciniNelle grandi epoche di crisi e di passaggio assistiamo a una trasformazione del linguaggio che non sembra più in grado di fare presa sulla realtà.
Parole, espressioni e paradigmi, che fino a ieri riuscivano a render conto di una situazione e si mostravano fondamentali sul piano della comunicazione, appaiono improvvisamente inutili.
Uno degli aspetti più sconcertanti di un’epoca di passaggio è, a ben vedere, proprio la difficoltà a raccontarsi, a narrarsi e a offrire un ordine del discorso che si faccia atto di conoscenza e di progettazione politica.
La filosofia – così come la sociologia – e la letteratura sono, in questi passaggi storici, frequentazioni quanto mai utili, perché contribuiscono all’azzardo di narrare il nuovo, intuire il mutamento e costruire “ponteggi” per avvicinarlo.
Questo sforzo di avvicinarsi a ciò che ancora non è definito produce, nei casi migliori, un patrimonio di parole, espressioni e formule che finalmente ci aiutano a capire che cosa sta accadendo, e contribuiscono a “assegnare un nome” ai fenomeni che si stanno preparando.
Dove ci conduce, quindi, la lettura di questo romanzo di Nicola Mariuccini?
Citazione 1
Ma scusi lei non era un letterato, un uomo di letteratura, un poeta?”.
Signorina Angela, per tutta la sera ho cercato di spiegare che purtroppo non sono riuscito dalla poesia ad avere le soddisfazioni che forse avrei potuto avere”.
E quindi? Cosa ha fatto nella vita, l’agente segreto?”.
Fuochino, ho fatto il giornalista in una agenzia di stampa”.
L’Aginter Press!”.
Si, Caetano. Fare l’inviato per certe missioni richiede un addestramento particolare. Ora auguro a tutti la buonanotte”.
Il Nighthawks è un locale che deve il proprio nome a un quadro di Hopper. Il Nighthawks si trova a Monsaraz, in Portogallo e deve la sua fama alla volenterosa opera di un barista che insegue un sogno.
Le porte si aprono e la gente entra per fare i conti con i propri incubi notturni o con i sogni che non sempre trovano forza.
Alcuni avventori sono abituali fino al punto da creare una piccola comunità che trova il suo centro nella “filosofia” del drink: con gli occhi abbassati si sorseggia nel silenzio, scrutando il liquido che ci tiene compagnia; con gli occhi ben alzati si può ammirare la bellezza di una donna perduta o presente e incontrare gli altri, come amici per un tratto di strada, o come nemici da eliminare o evitare.
E così le serate passano, aggiungendo dettagli a dettagli, costruendo un quadro sempre più nitido dei personaggi che Mariuccini ci fa incontrare.
La realtà mostra crepe sempre più evidenti e tutto quello che sembrava chiaro assume un tono diverso.
Il Portogallo con la sua storia piena di violenza; la vita di un uomo che, nell’apparenza della sua tranquillità, nasconde intrighi di vario livello; donne segnate per sempre da incontri con uomini senza amore vero: una galleria di personaggi, tanti ingredienti ben calibrati per questo cocktail da definire con un solo nome, Nighthawks.
Il romanzo è tutto costruito da dialoghi diretti, senza alcun intervento a descrivere o commentare. È una tessitura di voci, di rimandi, di richiami; è una tessitura che vuole restituire il “sonoro” di personaggi che s’incrociano per bere qualcosa, di volti che si scrutano, di attese che si fanno pressanti. Una parola dopo l’altra, una conversazione dopo l’altra i personaggi si presentano nelle parole di chi siede appena accanto.
Citazione 2
Tu non fai testo, invece mi dica Caetano, ho sentito molte risposte diverse alla domanda su chi abbia inventato questo cocktail”.
Se ha sentito molte risposte è perché è un cocktail molto famoso e ognuno, pertanto, ne rivendica la paternità; una delle ipotesi più accreditate è che lo abbia inventato Cheryl Cook, la barmaid di un ristorante famoso che volle provare un nuovo prodotto, l’Absolut Citron, ma anche un barman italiano di cui non ricordo il nome ne rivendica la paternità, però…”.
Se è lecito giocare un poco con le parole, senza utilizzarle soltanto in occasioni di riflessione sull’oggi, si potrebbe dire che in una “società liquida” – formula questa che è quasi entrata nell’uso comune per designare alcuni aspetti della nostra epoca – il Nighthawks si presta in maniera perfetta a chiederci quale sia il cocktail della nostra esistenza.
Superate le barriere e le certezze ideologiche, venute meno le grandi certezze sociali e politiche dell’ultimo secolo, ci ritroviamo seduti, a volte allo stesso tavolo, a dover costruire un terreno comune di scambio che sappia tener conto del nostro passato e ci possa proiettare, senza troppe contraddizioni o rinunce, verso un futuro che abbia ancora qualche tratto di utopia.
Il quadro di Hopper richiamato nel titolo è forse quello più celebre dell’artista americano e offre, fin dal suo apparire nel ormai lontano 1942, un’atmosfera rarefatta e sospesa, con un effetto di luci che tiene insieme la solitudine dei protagonisti e il loro disperato bisogno di andarsi ancora incontro, di dirsi ancora una parola, di esercitare, almeno per una volta ancora, il proprio fascino e illudersi almeno di una possibile compagnia.
Nel finale del suo romanzo Mariuccini, uscendo infine dal chiuso del locale, ci ricorda con pochi tocchi e le giuste osservazioni dei protagonisti che la vita continua e che tanti ancora proveranno a inseguire i propri sogni. È tempo di andare, si direbbe; è tempo di uscire all’aperto e inseguire ancora qualche sogno.
Citazione 3
Può essere, ma in tutti i modi c’è qualcosa che non mi torna in questa vicenda”.
Ma quindi Caetano, spiega anche a me che di queste cose non ci capisco nulla, cosa vuoi dire? Secondo te perché montare un caso di stampa su una cosa che è lontana dalla verità?”.
Forse per evitare di riempire i giornali con ipotesi che potrebbero buttare fango sul governo?”.
Come se ne servisse altro; ora è esplosa pure la vicenda della laurea del premier”.
Sì, quella è proprio fantastica, ha provato a difendersi ma ha tirato in cattiva luce anche la facoltà che ha rilasciato il titolo”.
Antonio Fresa
mentinfuga
Nicola Mariuccini Nighthawks
Castelvecchi, 2017
Pag. 134; € 16,50

mercoledì 25 ottobre 2017

Compagne di lotta libera: visioni Comunicattive a Gender Bender

"Dal 25 Ottobre al 5 Novembre si svolgerà a Bologna la XV edizione di Gender Bender, festival internazionale dedicato alle rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale nella cultura e delle arti contemporanee. 
Ci ricordiamo bene le prime edizioni del festival: noi eravamo, allora, giovani attiviste, ci eravamo da poco incontrate fondando il nostro progetto Comunicattive, e probabilmente in qualche scatolone in garage abbiamo ancora le riprese in minidv di quei primi incontri, che parlavano di genere, generi, corpi e immaginari fuori dalla norma. Una delle iniziative che ci hanno fatto continuare ad amare questa città.

Dopo la bella esperienza dell’anno scorso, anche quest’anno proseguiamo la collaborazione con il festival, che nel frattempo continua a crescere in qualità ed ampiezza, coinvolgendo ormai 20 luoghi della città con oltre 100 appuntamenti.
Torniamo con la nostra proposta di visioni femministe, un percorso – e davvero solo uno dei molti possibili – parziale, situato e personalpolitico come lo è sempre qualsiasi pratica femminista. Si tratta di film, spettacoli, incontri che consiglieremmo alle nostre amiche e compagne, perché appassionano, rendono più complessi gli immaginari, costruiscono memoria, ci interrogano, a volte ci inquietano, e sono “materiale vivo” utile in quel viaggio di liberazione, trasformazione e desiderio che sono le nostre vite. Alcuni progetti ci hanno letteralmente entusiasmate, coinvolte e commosse, altri ci pongono qualche dubbio, ma riteniamo interessante proporveli e magari discuterne insieme. Ci hanno colpito ritratti di donne potenti (nel senso di potenza e non di potere), anche nei momenti di fragilità e incontri con corpi fuori dalla norma, altri sguardi sulla sessualità e altri amori di cui sentiamo tanto bisogno, tentativi di decostruire gli stereotipi che forse possiamo usare qui e ora, pratiche di attivismo, relazioni, passioni, amori e storie che vale la pena conoscere, infine artiste il cui lavoro abbiamo incontrato e sentiamo che ci riguarda.
Questi i film, gli spettacoli e gli incontri che vi consigliamo, buone visioni ..." Scopri di più

mercoledì 11 ottobre 2017

Cerchiamo ancora: Capitalismo e società all’inizio del XXI secolo

Cerchiamo ancora: capitalismo e società all’inizio del XXI secolo - Giovedì 19 ottobre l’incontro inaugurale del ciclo di seminari formativi organizzato dal CRS e curato da Alessandro Montebugnoli

Contenuti, ispirazione, propositi
Il capitalismo di oggi sullo sfondo del capitalismo di sempre, il capitalismo al tempo delle piattaforme digitali sullo sfondo del capitalismo ‘in quanto tale’; e poi la vita del sistema e quella della società, il funzionamento dei mercati e l’orizzonte normativo dello ‘sviluppo umano’. Ragioni sostanziali fanno sì che il quadro degli argomenti e degli interessi di ricerca difficilmente potrebbe essere più largo. Almeno in parte, però, l’ampiezza di un panorama può essere riscattata dalla specificazione del punto di vista o del layer – che si adotta. Meglio ancora, l’estensione di un territorio può essere compensata dalla comunicazione, prima di partire, del cammino che si pensa di percorrere.

Da sempre, il capitalismo ha impresso nella forma merce una verve espansiva che non prevede e non sopporta limiti; da sempre vi ha iscritto l’‘istruzione’ di plasmare quante più aree e quanti più aspetti sia possibile delle vite private e di quella collettiva. Alle soglie dell’età moderna, il mercato ne ha ricavato pretese di validità che in effetti, già nel concetto, configurano un’attitudine di tipo ‘imperialistico’. La messa a fuoco di quest’ultima – della sua natura, degli attori che ne sono interpreti, dei dispositivi grazie ai quali ha sempre dispiegato i suoi cospicui effetti – costituisce parte integrante delle finalità che il seminario intende perseguire.
Al tempo stesso, considerazioni del genere faranno da sfondo a un discorso più ravvicinato. Il grosso dell’attività seminariale sarà infatti dedicato alle pretese di egemonia della forma merce leggibili nell’evoluzione recente e nell’attuale configurazione del capitalismo: l’offensiva neoliberista nei confronti dei servizi pubblici, la colonizzazione mercantile dei mondi della vita quotidiana e della stessa ‘interiorità’, la manipolazione delle questioni legate ai planetary boundaries e altro ancora, compreso lo sfruttamento commerciale delle identità personali in più sensi associato al capitalismo delle piattaforme digitali. Dell’attitudine imperialistica del mercato, il seminario intende appunto documentare le principali manifestazioni che oggi la confermano, e alle quali, anche, appartengono le crisi che in questo inizio di Ventunesimo secolo, come tante altre volte nella storia del capitalismo, hanno fatto da contrappasso alla mancanza di misura delle sue pretese. Che la verve espansiva della forma merce sia insofferente d’ogni limite non significa infatti che non incontri ostacoli, né che sia sempre sicura dei propri mezzi e del proprio modo di procedere.
Così definito, l’argomento si presta bene a tenere insieme un approccio di tipo ‘analitico’ e uno di carattere ‘fenomenologico’.
In primo luogo, è chiaro che la dinamica della forma merce va descritta, ricostruita e spiegata come quel fatto sistemico che in effetti è. Per questo aspetto, il linguaggio del seminario sarà quello delle discipline pertinenti alla sua materia: in generale la teoria economica e la sociologia, aperte ai buoni venti della riflessione storica e condite con una certa dose di filosofia; ma anche discipline più ‘specifiche’, variamente chiamate in causa dalla suddetta operazione di documentazione.
D’altra parte, è pur vero che nella dinamica della forma merce avvertiamo che si tratta del modo in cui viviamo, con il suo inevitabile portato riflessivo – la “vecchia questione”, come dice Beck, del modo in cui vogliamo vivere. In questo senso, un argomento importante ‘per noi’, per il segno che ne ricavano le esperienze delle quali ci capita di essere partecipi, come tale suscettibile di essere affrontato in chiave comprendente. Così, l’impostazione del seminario prevede che vi abbiano diritto di cittadinanza anche le percezioni della realtà depositate nella soggettività dei presenti, ravvisando in esse la dignità di uno specifico modo di conoscere.
Come vogliamo vivere: la domanda fa sì che il discorso non possa non aprirsi a considerazioni intorno al ‘che fare’. Non tanto, o almeno non immediatamente, in chiave ‘propositiva’, quanto, innanzi tutto, in termini di orientamento dell’agire politico. Meglio ancora, nei termini di un orizzonte di senso che collochi il ‘che fare’ all’altezza delle attuali contingenze storiche.
Molti anni fa, su questa lunghezza d’onda, Claudio Napoleoni ebbe a sostenere l’idea che “si tratta di allargare nella massima misura possibile la differenza tra il capitalismo e la società”. Intuitivamente, fatta salva la necessità di dedicare alla ‘società’ un discorso non meno impegnativo di quello sul capitalismo, il collegamento con il tema della verve imperialistica iscritta nella forma merce non dovrebbe essere difficile da cogliere. Così, tra schiette ragioni di consenso e qualche (non trascurabile) distinguo, la parte del seminario più vicina alla politica farà perno sulla formula appena riferita – cercando di precisarne il contenuto ideale, di portarla a esisti più determinati e di mettere a fuoco, anche, il singolare mélange di radicalità e ragionevolezza che la contraddistingue.
Va da sé che il punto di vista che verte sull’imperialismo della forma merce non è l’unico possibile. Senza dubbio, la realtà del capitalismo si presta ad altre critiche, in certo modo, anche, più immediate: basti pensare agli insensati livelli di disuguaglianza raggiunti negli ultimi decenni, che in un certo senso si impongono da soli come argomento di studio e di denuncia. Nondimeno, quello selezionato sembra un punto di vista che non conviene disattendere, e anche abbastanza comprensivo. Prendiamo ancora, come esempio, il tema dell’eguaglianza: a parte la nota domanda di Sen, of what?, che in effetti si sposa bene con il mood del seminario, quest’ultimo comprende anche l’idea che gli attuali livelli di dispersione dei redditi non siano affatto privi di rapporto con le pretese di egemonia della forma merce, e che in effetti convenga partire da queste per arrivare a quelli, perché il percorso inverso non è altrettanto agevole. Cosa ancora più importante, la critica delle pretese di egemonia della forma merce non sembra affatto priva di rilievo dal punto di vista delle strategie da adottare per venire a capo dei problemi legati al binomio occupazione-redditi – che tanta parte hanno nel ‘che fare’ - Qui il PDF.

 L’articolazione tematica
Di seguito, i titoli dei 25 incontri in programma. L’ordine deve essere ritenuto indicativo, soggetto a variazioni. Cliccando sui nomi delle sezioni si accede a brevi illustrazioni degli argomenti che allo stato degli atti, fatto salvo quanto emergerà nel corso dei lavori, formano il percorso di ricerca che sarà proposto ai partecipanti. Il risvolto della brevità è una discreta densità, dovuta all’intenzione di consentire una presa di contatto abbastanza ravvicinata con le tesi dalle quali, di volta in volta, il seminario prenderà le mosse. Nello stesso spirito, questo link consente di accedere testo della relazione introduttiva che sarà presentata in occasione del primo incontro.
Centro per la riforma dello Stato

1. Cerchiamo ancora
Percorso 1
La visione del capitalismo
2. La figura del processo di accumulazione
3. Innovazioni radicali e profitti straordinari
4. Le “alte vette” della finanza
Le categorie del sociale
5. Il nesso di individualizierung e socializierung
6. La pluralità delle forme di riconoscimento
7. La rosa delle forme nella croce della vita materiale
La forma del problema
8. La differenza di società e capitalismo
9. I capitalisti in un’economia non capitalistica
10. Eticità e politica
Percorso 2
Problemi di storia recente
11. Dalla Golden Age alla Global Turbolence
12. La New Economy
13. Le crisi del 2001 e del 2008
Spazi di crescita e vincoli di ragionevolezza
14. Il paradigma digitale
15. La Green Economy
16. I servizi sanitari
17. Il “capitalismo culturale”
18. Il terziario povero
Cittadinanza, occupazione e reddito
19. Dagli Internal ai Transitional Labour Markets
20. Il contributo del settore pubblico
21. Il reddito e il lavoro nell’arco della vita
A scala globale
22. Le proiezioni geografiche del capitalismo
23. La fine del secolo americano
24. Dove va la Cina?
25. Problemi di ordine monetario internazionale

Docenti
La conduzione del seminario è affidata ad Alessandro Montebugnoli; sono previsti interventi di Cristiano Antonelli, Vincenzo Artale, Laura Bazzicalupo, Salvatore Biasco, Michela Cerimele, Giorgio Cesarale, Giulio De Petra, Alisa Del Re, Lelio Demichelis, Tristana Dini, Nerina Dirindin, Ida Dominijanni, Roberto Finelli, Elena Granaglia, Cristina Morini, Giorgio Rodano.

Per partecipare
L’iniziativa è rivolta a giovani studiose/i di economia, sociologia, scienze politiche, storia e filosofia, o comunque interessate/i ai temi illustrati nelle schede.
Gli incontri si terranno con cadenza settimanale, il giovedì dalle 17.00 alle 20.30.
Il seminario inaugurale si terrà giovedì 19 ottobre, alle ore 17, nella sala conferenze di via della Dogana Vecchia 5.
Sono chiuse le iscrizioni per il cui perfezionamento è possibile effettuare il pagamento della quota di euro 100 tramite bonifico da destinarsi entro il 23 ottobre a:
CENTRO PER LA RIFORMA DELLO STATO ONLUS
Banca di Credito Cooperativo – Agenzia di Roma 21
IBAN: IT96A0832703221000000002925
In alternativa è inoltre possibile effettuare il pagamento direttamente in contanti in occasione del primo incontro previsto per giovedì 19 ottobre.
Coloro che avranno seguito con continuità l’attività seminariale riceveranno un attestato di frequenza e potranno partecipare alla realizzazione di un volume collettivo, dedicato alla documentazione delle idee che avranno avuto modo di sedimentarsi nel corso degli incontri.

domenica 3 settembre 2017

Giorni selvaggi - Inizia la stagione torinese della letteratura internazionale

La grande stagione torinese della letteratura internazionale sta arrivando!
A partire da Settembre, il Circolo dei lettori con il Salone Internazionale del Libro portano a Torino il meglio della letteratura proveniente da tutto il mondo.
→ giovedì 7 settembre ore 21 | Circolo dei lettori RICHARD MASON Il respiro della notte (codice)
con Francesco Pacifico, scrittore
info qui

→ lunedì 11 settembre ore 18 | il Circolo dei lettori FERNANDO ARAMBURU Patria (Guanda)
con Michela Murgia, scrittrice
in collaborazione con Guanda
info qui

→ lunedì 11 settembre ore 21 | il Circolo dei lettori WILLIAM FINNEGAN Giorni Selvaggi (66thand2nd)
info qui

→ martedì 12 settembre ore 18.30 | il Circolo dei lettori ELIZABETH STROUT Tutto è possibile (Einaudi)
con Elena Varvello, scrittrice
in collaborazione con Einaudi, Il Tempo delle donne e Pordenonelegge
info qui

→ mercoledì 13 settembre ore 18 | Biblioteca Civica Centrale YU HUA Il settimo giorno (Feltrinelli)
info qui

→ sabato 16 settembre ore 18 | il Circolo dei lettori NORMAN MANEA Corriere dell’Est (il Saggiatore)
con Andrea Bajani, scrittore ed Edward Kanterian, filosofo
info qui

→ sabato 21 ottobre ore 21 | Scuola Holden COLSON WHITEHEAD La ferrovia sotterranea (Sur)
→ mercoledì 25 ottobre ore 18.30 | il Circolo dei lettori PATRICK MCGRATH La costumista (La Nave di Teseo)
→ martedì 21 novembre ore 21 | il Circolo dei lettori GEOFF DYER Sabbie bianche (il Saggiatore)
→ ottobre | il Circolo dei lettori ANDREW SEAN GREER Less (La Nave di Teseo)
Partner Scuola Holden Storytelling & Performing Arts, COLTI – Consorzio Librerie Indipendenti di Torino, Biblioteche Civiche Torinesi, Torino Rete Libri, Babel Libreria Internazionale
Tutti gli incontri sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.

venerdì 18 agosto 2017

festivalfilosofiasullearti 2017

Da venerdì 15 a domenica 17 settembre torna il festival della filosofia con (programma completo) lezioni magistrali, mostre, concerti, spettacoli, cene filosofiche, Tra i protagonisti Bodei, Bianchi, Cacciari, Cucinelli, Galimberti, Marzano, Recalcati, Severino, Vegeti Finzi, Lipovetsky, Cliffor.

Il programma è stato illustrato presso la sede della stampa estera a Roma, per sottolineare ancora una volta la valenza non solo nazionale, ma internazionale che ha ormai assunto il festival, giunto alla sua diciassettesima edizione. Una edizione che presenta una novità organizzativa importante, nel segno della continuità. E' il primo festival diretto da Daniele Francesconi, che ha ereditato il compito dalla "mamma" del festival Michelina Borsari ora membro del Comitato scientifico permanente del festival. "Sarà una direzione nel segno della continuità - ha spiegato il neo direttore Francesconi - Ma con le antenne sempre alte per cogliere le novità dei nostri tempi, conoscere e far conoscere i nuovi volti della filosofia e del pensiero contemporaneo" pensatori che quest'anno saranno chiamati a confrontarsi con un tema quanto mai vasto e impegnativo: quello delle arti.
"Se si pensa all'arte il pensiero va subito all'opera d'arte, ai quadri, alle sculture - ha commentato Michelina Borsari - Noi invece vogliamo focalizzarci su quelle che sono le pratiche delle arti, il creare e le forme della creazione. Ecco esploreremo la radice comune e spesso sottovalutato della parola arti, quella che collega le arti alle tecniche che si trasforma negli oggetti fatti ad arte, con la maestria che accomuna artisti e artigiani Fino d arrivare alla messa in mostra di sè che caratterizza buona parte dell'epoca in cui viviamo. Sono tanti gli spunti che meritano di essere approfonditi e che ci aiuteranno a capire tantecose".
Per il territorio modenese questo  tema pemette di mettere in vetrina comuni che dell'arte del saper creare hanno fatto la forza e il traino della propria storia, specie sul piano economico, ma non solo. Gli artigiani del tessile a Carpi, quelli della ceramica a Sassuolo, quelli dei motori a Modena sono solo alcuni degli esempi sottolineati dai sindaci di Modena, Muzzarelli, di Carpi Bellelli, di Ssassuolo Pistoni nel salutare con entsiasmo la scelta di questo tema.  

giovedì 13 luglio 2017

Pensiero politico sullo "Stato sociale" tra '800 e '900





MERCOLEDI’ 3 MAGGIO 2017: LE LACERAZIONI DELLA CULTURA LIBERALE DELL’OTTO E DEL NOVECENTO, TRA LAISSEZ FAIRE E POLITICHE SOCIALI
Un antecedente da ricordare: la polemica in Inghilterra sulla Poor law. La revisione in senso sociale delle categorie dell’economia politica in J. S. Mill. Dall’utilità alla giustizia morale: gli “idealisti oxfordiani” e i compiti dello Stato. Le esasperazioni dell’individualismo (Spencer) e le reazioni del liberalismo socialisteggiante (Hobhouse). I piani Beveridge. L’apporto liberale al welfare maturo.












Parigi 1848: Luis Blanc presiede
presso il Palazzo del Lussemburgo la Commissione sui problemi del lavoro
La Seconda Internazionale (1889): Eduard Bernstein e Karl Kautsky

MERCOLEDI’ 10 MAGGIO 2017: TEORIE SOCIALDEMOCRATICHE SULLO STATO SOCIALE, DAL RIFORMISMO OTTOCENTESCO ALLA “TERZA VIA”
Le prime rivendicazioni di un ruolo sociale dello Stato: la lotta per il diritto al lavoro. La socializzazione come esito di una lunga marcia riformatrice: la Scuola Fabiana. Il dibattito sulle tesi di Bernstein e l’approdo riformatore del socialismo della Seconda Internazionale. La socialdemocrazia novecentesca e la costruzione di un apparato ideale per il welfare. Altre ideologie solidariste: la componente religiosa dello stato sociale novecentesco. I problemi dello stato sociale e l’ipotesi della “terza via”.
Il video dell’intervento del prof. Claudio De Boni

Letture: socialismo




MERCOLEDI’ 24 MAGGIO 2017: LE POLEMICHE CONTRO LO STATO SOCIALE, DALLA DESTRA NEOLIBERISTA ALLA SINISTRA RADICALE

Destra: - Critiche allo stato sociale prima dello stato sociale (Albert J. Nock; Ayn Rand) - Individualismo metodologico e concezione della vita associata (Friedrich von Hayek) - Modelli di anarcocapitalismo (Murray Rothbard) - Il concetto ultraliberale di giustizia (Robert Nozick). Sinistra: - Le promesse non mantenute (e non mantenibili) dello stato sociale (Thomas H. Marshall) - Cittadinanza, disciplina e controllo nello stato sociale (Michel Foucault) - «Società a una dimensione» ed effetti di repressione (Herbert Marcuse) - Critiche al workfare nell’operaismo italiano (Mario Tronti, Antonio Negri).

Il video degli interventi del prof. Gianluca Bonaiuti e della prof.ssa Silvia Rodeschini

Letture: polemiche contro lo Stato sociale da destra e da sinistra






MERCOLEDI’ 31 MAGGIO 2017: IL NEW DEAL AMERICANO: COSA E’ STATO. SPECIFICITA’ IN CAMPO ECONOMICO E DI WELFARE

Il sonoro dell’intervento del prof. Tiziano Bonazzi


Discorso inaugurale di Franklin Delano Roosewelt

La legislazione del New Deal




MERCOLEDI’ 7 GIUGNO 2017: PER UN BILANCIO
DELLE POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA, TRA PARADIGMA LIBERISTA E SOLIDARISMO

Il video dell’intervento della prof.ssa Giuliana Laschi

Luciano Gallino, Il modello sociale europeo e l’unità dell’UE





GIOVEDI’ 15 GIUGNO 2017: GIUSEPPE DOSSETTI: “MA IN OGNI MODO NON BISOGNA AVERE PAURA DELLO STATO”. LETTURA IN CHIAVE DI ATTUALITA DELLA RELAZIONE “FUNZIONI E ORDINAMENTO DELLO STATO MODERNO”, 1951

Il video dell’intervento del prof. Enzo Balboni

Contesto e parole chiave della relazione di G. Dossetti


http://www.istitutodegasperi-emilia-romagna.it/

domenica 2 luglio 2017

Sulla duplicità aspettuale del corpo

Dalla Prefazione di Silvano Tagliagambe
Perché nel mondo fisico esistono entità dotate di coscienza ed entità che, invece, ne sono sprovviste? Nel dibattito filosofico contemporaneo le teorie che indagano sul rapporto mente-corpo prendono come riferimento una concezione troppo vaga e astratta di corpo. Questa errata formulazione della nozione di corpo ha condotto, negli ultimi cinquant’anni, alla nefasta conseguenza di impedire la piena comprensione della coscienza. Lo scopo di questo libro è spiegare che esiste una sostanziale identità tra corpo e coscienza e delineare una nuova definizione di corpo a partire dalle proprietà che possiede e che determinano, ipso facto, il manifestarsi della coscienza. Per tutto il secolo scorso, fino ai giorni nostri, filosofi e neuro-scienziati, a partire da specifiche problematiche, hanno via via rintracciato nuove proprietà esplicative che caratterizzano l’essere coscienti, senza tuttavia sistematizzare le recenti acquisizioni in una nuova precisa visione d’insieme. «Il corpo cosciente» rappresenta lo sforzo originale e brillante dell’autore di ricomporre il puzzle della coscienza dando una nuova forma teorica alla nozione di corpo e alle sue ancora inesplorate risorse.

Massacra, Laura, Il corpo cosciente

Soveria Mannelli, Rubbettino, 2015, pp. 194, euro 15, ISBN 978-88-498-4389-7

RECENSIONE

domenica 25 giugno 2017

L' intelligencija borghese, lo Stato e la rivoluzione

E' morto Stefano Rodotà.
Non abbiamo mai condiviso l'idea d'una "democrazia reale" depurata della lotta tra le classi. Questa assenza concettuale è il limite dell'intelligencija borghese.
La società capitalistica, considerata nelle sue condizioni di sviluppo piú favorevoli, ci offre nella repubblica democratica una democrazia piú o meno completa. Ma questa democrazia è sempre compressa nel ristretto quadro dello sfruttamento capitalistico, e rimane sempre, in fondo, una democrazia per la minoranza, per le sole classi possidenti, per i soli ricchi La libertà, nella società capitalistica, rimane sempre, approssimativamente quella che fu nelle repubbliche dell'antica Grecia: la libertà per i proprietari di schiavi. Gli odierni schiavi salariati, in forza dello sfruttamento capitalistico, sono talmente soffocati dal bisogno e dalla miseria, che «hanno ben altro pel capo che la democrazia», «che la politica», sicché, nel corso ordinano e pacifico degli avvenimenti, la maggioranza della popolazione si trova tagliata fuori dalla vita politica e sociale. Democrazia per un'infima minoranza, democrazia per i ricchi: è questa la democrazia della società capitalistica. Se osserviamo piú da vicino il meccanismo della democrazia capitalistica, dovunque e sempre - sia nei «minuti», nei pretesi minuti particolari della legislazione elettorale (durata di domicilio, esclusione delle donne, ecc.), sia nel funzionamento delle istituzioni rappresentative, sia negli ostacoli che di fatto si frappongono al diritto di riunione (gli edifici pubblici non sono per i «poveri»!), sia nell'organizzazione puramente capitalistica della stampa quotidiana, ecc. vedremo restrizioni su restrizioni al democratismo. Queste restrizioni, eliminazioni, esclusioni, intralci per i poveri, sembrano minuti, soprattutto a coloro che non hanno mai conosciuto il bisogno e non hanno mai avvicinato le classi oppresse né la vita delle masse che le costituiscono (e sono i nove decimi, se non i novantanove centesimi dei pubblicisti e degli uomini politici borghesi), ma, sommate, queste restrizioni escludono i poveri dalla politica e dalla partecipazione attiva alla democrazia. Marx afferrò perfettamente questo tratto essenziale della democrazia capitalistica, quando, nella sua analisi della esperienza della Comune, disse: agli oppressi è permesso di decidere, una volta ogni qualche anno, quale fra i rappresentanti della classe dominante li rappresenterà e li opprimerà in Parlamento!
 (Lenin, Stato e Rivoluzione)

martedì 6 giugno 2017

Claudio Lolli: Il grande freddo

copertina dell'album Il grande freddo di Claudio LolliOtto brani e uno strumentale quelli che compongono Il grande freddo. Lo si potrebbe definire in tanti modi. In particolare per i testi che spesso galleggiano in quel fiume chiamato poesia. Filosofico, cinematografico, politico e personale sono gli aggettivi che potremmo usare ascoltando Il grande freddo che si presenta in tutta la sua delicatezza e profondità fin dalla grafica con cui l’artista salentino Enzo De Giorgi ha visualizzato i brani dell’album, “finestre pittoriche” come le ha definite lo stesso De Giorgi.
Claudio Lolli ritorna, in bello stile, dopo otto anni da Lovesongs (Storie di Note, 2009) e dopo undici da La scoperta dell’America (2006), l’ultimo disco di canzoni originali. E ci torna con Danilo Tomasetta (sassofoni) e Roberto Soldati (chitarre) musicisti del Collettivo Autonomo Musicisti di Bologna con cui produsse l’indimenticabile “Ho visto anche degli zingari felici” del 1976. Con loro troviamo anche Felice Del Gaudio (basso e contrabasso), Lele Veronesi (batteria e percussioni), Pasquale Morgante (piano e tastiere) e Paolo Capodacqua (chitarra).
Claudio Lolli
Un disco armonioso, costruito con atmosfere leggiadre e ovattate, arrangiamenti di levatura necessari a sostenere un racconto che parte anche dall’animo. Quell’animo che sembra mancare alla nostra società perché mostra indifferenza invece che solidarietà, dove si fa fatica a trovare l’amore. Delicati tocchi di pianoforte in pochi passaggi arricchiti dal sax che lascia spazio alla riflessione  
copertina dell'album Il grande freddo di Claudio LolliE quanto amore sprecato negli autobus tra gente che potrebbe volersi bene perché siamo tutti umani e mortali nella natura e nelle sue catene E quanto amore sprecato negli autobus in questo circo di gente diversa per cui la vita è soltanto una lotta ma è troppo spesso una battaglia persa
Una semplice e lenta bossa nova in Gli uomini senza amore: parla di uomini e di solitudini. Prigioniero politico, molto poco politica, autobiografica, pennellate di disillusioni, riflessioni sui ricordi incastonati in un ritmo più veloce e che vede una bella chitarra elettrica nella seconda parte. Senza dubbio il gioiello del disco
E non importa la luce negli angeli né la bellezza di un sorriso equivoco ma nei tuoi occhi io ero un prigioniero politico E poi Sai com’è, una ballata con arpeggi lievi e la voce di Lolli che essa stessa diventa narrato, poesia, appunto la lettera che, postuma, il partigiano Giovanni indirizza alla moglie Nori, il cui nome di battaglia era Sandra. Ma ricordo non solo la guerra e il terrore in quei campi in montagna io ho visto dei fiori un miracolo assurdo che invita all’amore e di tutti quei fiori il più bello eri tu, era la Nori
Non vi curate di noi e ascoltate.
Ciro Ardiglione
mentinfuga

Genere: cauntautorato Claudio Lolli Il grande freddo
etichetta: La Tempesta Dischi
data di uscita: 19 maggio 2017
brani: 9 durata: 48:35 cd: singolo