menti in fuga - le voci parallele

menti in fuga - le voci parallele / menti critiche / @Giovanni_Dursi / Atomi reticolari delle "menti critiche", impegnati nella trasformazione sociale e "messa in questione del rapporto tra la forma capitalista (intesa come Gestalt, come forma della percezione) e la potenza produttiva concreta delle forze sociali, particolarmente la potenza dell’intelletto generale"

mercoledì 29 marzo 2017

"Nel mio regno non vi sono filosofi": L'ultimo libro di poesie di Giancarlo Giuliani

Il bisogno umano perenne dell'interrogarsi nel volume delle edizioni TABULA FATI

Il nuovo libro di poesie - Nel mio regno non vi sono filosofi  (TABULA FATI, Chieti, 2016,ISBN-978-88-7475-482-3], pagine 96 - € 9,00 -  del pescarese Giancarlo Giuliani, letterato, poeta, docente (ed anche curatore del web site VERB-UM Tra antiche carte custodiamo i doni del tempo) va letto perchè "Nel mio regno non vi sono filosofi", non è solo un viaggio nella propria interiorità: l’autore ricerca, piuttosto, il senso del bisogno perenne dell’interrogare e dell’interrogarsi, sempre ineludibile anche quando lo si ritiene vano e lo si vorrebbe così estirpare. Ecco dunque, in una condanna platonica alla rovescia, i filosofi messi al bando e la ricerca della metafora, delle parole, forse anche di una voce che dica il macrocosmo nel microcosmo, il tutto nella parte, l’illimitato nel limite, alzarsi fiera e prendere corpo.
La poesia di Giuliani non indica una via, non si prefigge di farlo né potrebbe, del resto, senza tradire se stessa, ma si presta piuttosto a essere la parola che ogni lettrice e ogni lettore possono fare propria, nel momento in cui, in quanto esseri umani, si è capaci di vivere dolore, emozione, dignità, compostezza, in prima persona, senza maschere.
Come in altre eccelse produzioni, tra le quali le impegnative e riuscitissime prove di poesia ("Caos ipermetrico", 2012), ma anche in campo narrativo (in particolare, i romanzi "Diospolis. Una storia del VI secolo a. C.", 2013 e "Nemesis. Una storia del tempo antico"), Giuliani riesce a generare uno sguardo sul passato - contemplato minuziosamente e restituito con registri stilistici diversi - delle più antiche stagioni antropologiche, staccandosi dall'usuale e congegnado dispositivi estetici che autorizzano la riflessione, la necessità della riflessione sull'attuale condizione umana.

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