menti in fuga - le voci parallele

menti in fuga - le voci parallele / menti critiche / @Giovanni_Dursi / Atomi reticolari delle "menti critiche", impegnati nella trasformazione sociale e "messa in questione del rapporto tra la forma capitalista (intesa come Gestalt, come forma della percezione) e la potenza produttiva concreta delle forze sociali, particolarmente la potenza dell’intelletto generale"

domenica 29 ottobre 2017

Nicola Mariuccini: Nighthawks

Un locale che si riempie di avventori silenziosi o desiderosi di fare quattro chiacchiere; un barista che sa offrire il cocktail giusto per ogni momento. Ci troviamo a Monsaraz, in Portogallo, in una nazione ancora alle prese con la memoria del proprio recente passato. Nicola Mariuccini, con una “ragnatela” intessuta con una fitta trama di dialoghi, ci introduce a una sequenza di eventi che possono mettere in forse anche le vite apparentemente più solide.
copertina del romanzo Nighthawks di MariucciniNelle grandi epoche di crisi e di passaggio assistiamo a una trasformazione del linguaggio che non sembra più in grado di fare presa sulla realtà.
Parole, espressioni e paradigmi, che fino a ieri riuscivano a render conto di una situazione e si mostravano fondamentali sul piano della comunicazione, appaiono improvvisamente inutili.
Uno degli aspetti più sconcertanti di un’epoca di passaggio è, a ben vedere, proprio la difficoltà a raccontarsi, a narrarsi e a offrire un ordine del discorso che si faccia atto di conoscenza e di progettazione politica.
La filosofia – così come la sociologia – e la letteratura sono, in questi passaggi storici, frequentazioni quanto mai utili, perché contribuiscono all’azzardo di narrare il nuovo, intuire il mutamento e costruire “ponteggi” per avvicinarlo.
Questo sforzo di avvicinarsi a ciò che ancora non è definito produce, nei casi migliori, un patrimonio di parole, espressioni e formule che finalmente ci aiutano a capire che cosa sta accadendo, e contribuiscono a “assegnare un nome” ai fenomeni che si stanno preparando.
Dove ci conduce, quindi, la lettura di questo romanzo di Nicola Mariuccini?
Citazione 1
Ma scusi lei non era un letterato, un uomo di letteratura, un poeta?”.
Signorina Angela, per tutta la sera ho cercato di spiegare che purtroppo non sono riuscito dalla poesia ad avere le soddisfazioni che forse avrei potuto avere”.
E quindi? Cosa ha fatto nella vita, l’agente segreto?”.
Fuochino, ho fatto il giornalista in una agenzia di stampa”.
L’Aginter Press!”.
Si, Caetano. Fare l’inviato per certe missioni richiede un addestramento particolare. Ora auguro a tutti la buonanotte”.
Il Nighthawks è un locale che deve il proprio nome a un quadro di Hopper. Il Nighthawks si trova a Monsaraz, in Portogallo e deve la sua fama alla volenterosa opera di un barista che insegue un sogno.
Le porte si aprono e la gente entra per fare i conti con i propri incubi notturni o con i sogni che non sempre trovano forza.
Alcuni avventori sono abituali fino al punto da creare una piccola comunità che trova il suo centro nella “filosofia” del drink: con gli occhi abbassati si sorseggia nel silenzio, scrutando il liquido che ci tiene compagnia; con gli occhi ben alzati si può ammirare la bellezza di una donna perduta o presente e incontrare gli altri, come amici per un tratto di strada, o come nemici da eliminare o evitare.
E così le serate passano, aggiungendo dettagli a dettagli, costruendo un quadro sempre più nitido dei personaggi che Mariuccini ci fa incontrare.
La realtà mostra crepe sempre più evidenti e tutto quello che sembrava chiaro assume un tono diverso.
Il Portogallo con la sua storia piena di violenza; la vita di un uomo che, nell’apparenza della sua tranquillità, nasconde intrighi di vario livello; donne segnate per sempre da incontri con uomini senza amore vero: una galleria di personaggi, tanti ingredienti ben calibrati per questo cocktail da definire con un solo nome, Nighthawks.
Il romanzo è tutto costruito da dialoghi diretti, senza alcun intervento a descrivere o commentare. È una tessitura di voci, di rimandi, di richiami; è una tessitura che vuole restituire il “sonoro” di personaggi che s’incrociano per bere qualcosa, di volti che si scrutano, di attese che si fanno pressanti. Una parola dopo l’altra, una conversazione dopo l’altra i personaggi si presentano nelle parole di chi siede appena accanto.
Citazione 2
Tu non fai testo, invece mi dica Caetano, ho sentito molte risposte diverse alla domanda su chi abbia inventato questo cocktail”.
Se ha sentito molte risposte è perché è un cocktail molto famoso e ognuno, pertanto, ne rivendica la paternità; una delle ipotesi più accreditate è che lo abbia inventato Cheryl Cook, la barmaid di un ristorante famoso che volle provare un nuovo prodotto, l’Absolut Citron, ma anche un barman italiano di cui non ricordo il nome ne rivendica la paternità, però…”.
Se è lecito giocare un poco con le parole, senza utilizzarle soltanto in occasioni di riflessione sull’oggi, si potrebbe dire che in una “società liquida” – formula questa che è quasi entrata nell’uso comune per designare alcuni aspetti della nostra epoca – il Nighthawks si presta in maniera perfetta a chiederci quale sia il cocktail della nostra esistenza.
Superate le barriere e le certezze ideologiche, venute meno le grandi certezze sociali e politiche dell’ultimo secolo, ci ritroviamo seduti, a volte allo stesso tavolo, a dover costruire un terreno comune di scambio che sappia tener conto del nostro passato e ci possa proiettare, senza troppe contraddizioni o rinunce, verso un futuro che abbia ancora qualche tratto di utopia.
Il quadro di Hopper richiamato nel titolo è forse quello più celebre dell’artista americano e offre, fin dal suo apparire nel ormai lontano 1942, un’atmosfera rarefatta e sospesa, con un effetto di luci che tiene insieme la solitudine dei protagonisti e il loro disperato bisogno di andarsi ancora incontro, di dirsi ancora una parola, di esercitare, almeno per una volta ancora, il proprio fascino e illudersi almeno di una possibile compagnia.
Nel finale del suo romanzo Mariuccini, uscendo infine dal chiuso del locale, ci ricorda con pochi tocchi e le giuste osservazioni dei protagonisti che la vita continua e che tanti ancora proveranno a inseguire i propri sogni. È tempo di andare, si direbbe; è tempo di uscire all’aperto e inseguire ancora qualche sogno.
Citazione 3
Può essere, ma in tutti i modi c’è qualcosa che non mi torna in questa vicenda”.
Ma quindi Caetano, spiega anche a me che di queste cose non ci capisco nulla, cosa vuoi dire? Secondo te perché montare un caso di stampa su una cosa che è lontana dalla verità?”.
Forse per evitare di riempire i giornali con ipotesi che potrebbero buttare fango sul governo?”.
Come se ne servisse altro; ora è esplosa pure la vicenda della laurea del premier”.
Sì, quella è proprio fantastica, ha provato a difendersi ma ha tirato in cattiva luce anche la facoltà che ha rilasciato il titolo”.
Antonio Fresa
mentinfuga
Nicola Mariuccini Nighthawks
Castelvecchi, 2017
Pag. 134; € 16,50

mercoledì 25 ottobre 2017

Compagne di lotta libera: visioni Comunicattive a Gender Bender

"Dal 25 Ottobre al 5 Novembre si svolgerà a Bologna la XV edizione di Gender Bender, festival internazionale dedicato alle rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale nella cultura e delle arti contemporanee. 
Ci ricordiamo bene le prime edizioni del festival: noi eravamo, allora, giovani attiviste, ci eravamo da poco incontrate fondando il nostro progetto Comunicattive, e probabilmente in qualche scatolone in garage abbiamo ancora le riprese in minidv di quei primi incontri, che parlavano di genere, generi, corpi e immaginari fuori dalla norma. Una delle iniziative che ci hanno fatto continuare ad amare questa città.

Dopo la bella esperienza dell’anno scorso, anche quest’anno proseguiamo la collaborazione con il festival, che nel frattempo continua a crescere in qualità ed ampiezza, coinvolgendo ormai 20 luoghi della città con oltre 100 appuntamenti.
Torniamo con la nostra proposta di visioni femministe, un percorso – e davvero solo uno dei molti possibili – parziale, situato e personalpolitico come lo è sempre qualsiasi pratica femminista. Si tratta di film, spettacoli, incontri che consiglieremmo alle nostre amiche e compagne, perché appassionano, rendono più complessi gli immaginari, costruiscono memoria, ci interrogano, a volte ci inquietano, e sono “materiale vivo” utile in quel viaggio di liberazione, trasformazione e desiderio che sono le nostre vite. Alcuni progetti ci hanno letteralmente entusiasmate, coinvolte e commosse, altri ci pongono qualche dubbio, ma riteniamo interessante proporveli e magari discuterne insieme. Ci hanno colpito ritratti di donne potenti (nel senso di potenza e non di potere), anche nei momenti di fragilità e incontri con corpi fuori dalla norma, altri sguardi sulla sessualità e altri amori di cui sentiamo tanto bisogno, tentativi di decostruire gli stereotipi che forse possiamo usare qui e ora, pratiche di attivismo, relazioni, passioni, amori e storie che vale la pena conoscere, infine artiste il cui lavoro abbiamo incontrato e sentiamo che ci riguarda.
Questi i film, gli spettacoli e gli incontri che vi consigliamo, buone visioni ..." Scopri di più

mercoledì 11 ottobre 2017

Cerchiamo ancora: Capitalismo e società all’inizio del XXI secolo

Cerchiamo ancora: capitalismo e società all’inizio del XXI secolo - Giovedì 19 ottobre l’incontro inaugurale del ciclo di seminari formativi organizzato dal CRS e curato da Alessandro Montebugnoli

Contenuti, ispirazione, propositi
Il capitalismo di oggi sullo sfondo del capitalismo di sempre, il capitalismo al tempo delle piattaforme digitali sullo sfondo del capitalismo ‘in quanto tale’; e poi la vita del sistema e quella della società, il funzionamento dei mercati e l’orizzonte normativo dello ‘sviluppo umano’. Ragioni sostanziali fanno sì che il quadro degli argomenti e degli interessi di ricerca difficilmente potrebbe essere più largo. Almeno in parte, però, l’ampiezza di un panorama può essere riscattata dalla specificazione del punto di vista o del layer – che si adotta. Meglio ancora, l’estensione di un territorio può essere compensata dalla comunicazione, prima di partire, del cammino che si pensa di percorrere.

Da sempre, il capitalismo ha impresso nella forma merce una verve espansiva che non prevede e non sopporta limiti; da sempre vi ha iscritto l’‘istruzione’ di plasmare quante più aree e quanti più aspetti sia possibile delle vite private e di quella collettiva. Alle soglie dell’età moderna, il mercato ne ha ricavato pretese di validità che in effetti, già nel concetto, configurano un’attitudine di tipo ‘imperialistico’. La messa a fuoco di quest’ultima – della sua natura, degli attori che ne sono interpreti, dei dispositivi grazie ai quali ha sempre dispiegato i suoi cospicui effetti – costituisce parte integrante delle finalità che il seminario intende perseguire.
Al tempo stesso, considerazioni del genere faranno da sfondo a un discorso più ravvicinato. Il grosso dell’attività seminariale sarà infatti dedicato alle pretese di egemonia della forma merce leggibili nell’evoluzione recente e nell’attuale configurazione del capitalismo: l’offensiva neoliberista nei confronti dei servizi pubblici, la colonizzazione mercantile dei mondi della vita quotidiana e della stessa ‘interiorità’, la manipolazione delle questioni legate ai planetary boundaries e altro ancora, compreso lo sfruttamento commerciale delle identità personali in più sensi associato al capitalismo delle piattaforme digitali. Dell’attitudine imperialistica del mercato, il seminario intende appunto documentare le principali manifestazioni che oggi la confermano, e alle quali, anche, appartengono le crisi che in questo inizio di Ventunesimo secolo, come tante altre volte nella storia del capitalismo, hanno fatto da contrappasso alla mancanza di misura delle sue pretese. Che la verve espansiva della forma merce sia insofferente d’ogni limite non significa infatti che non incontri ostacoli, né che sia sempre sicura dei propri mezzi e del proprio modo di procedere.
Così definito, l’argomento si presta bene a tenere insieme un approccio di tipo ‘analitico’ e uno di carattere ‘fenomenologico’.
In primo luogo, è chiaro che la dinamica della forma merce va descritta, ricostruita e spiegata come quel fatto sistemico che in effetti è. Per questo aspetto, il linguaggio del seminario sarà quello delle discipline pertinenti alla sua materia: in generale la teoria economica e la sociologia, aperte ai buoni venti della riflessione storica e condite con una certa dose di filosofia; ma anche discipline più ‘specifiche’, variamente chiamate in causa dalla suddetta operazione di documentazione.
D’altra parte, è pur vero che nella dinamica della forma merce avvertiamo che si tratta del modo in cui viviamo, con il suo inevitabile portato riflessivo – la “vecchia questione”, come dice Beck, del modo in cui vogliamo vivere. In questo senso, un argomento importante ‘per noi’, per il segno che ne ricavano le esperienze delle quali ci capita di essere partecipi, come tale suscettibile di essere affrontato in chiave comprendente. Così, l’impostazione del seminario prevede che vi abbiano diritto di cittadinanza anche le percezioni della realtà depositate nella soggettività dei presenti, ravvisando in esse la dignità di uno specifico modo di conoscere.
Come vogliamo vivere: la domanda fa sì che il discorso non possa non aprirsi a considerazioni intorno al ‘che fare’. Non tanto, o almeno non immediatamente, in chiave ‘propositiva’, quanto, innanzi tutto, in termini di orientamento dell’agire politico. Meglio ancora, nei termini di un orizzonte di senso che collochi il ‘che fare’ all’altezza delle attuali contingenze storiche.
Molti anni fa, su questa lunghezza d’onda, Claudio Napoleoni ebbe a sostenere l’idea che “si tratta di allargare nella massima misura possibile la differenza tra il capitalismo e la società”. Intuitivamente, fatta salva la necessità di dedicare alla ‘società’ un discorso non meno impegnativo di quello sul capitalismo, il collegamento con il tema della verve imperialistica iscritta nella forma merce non dovrebbe essere difficile da cogliere. Così, tra schiette ragioni di consenso e qualche (non trascurabile) distinguo, la parte del seminario più vicina alla politica farà perno sulla formula appena riferita – cercando di precisarne il contenuto ideale, di portarla a esisti più determinati e di mettere a fuoco, anche, il singolare mélange di radicalità e ragionevolezza che la contraddistingue.
Va da sé che il punto di vista che verte sull’imperialismo della forma merce non è l’unico possibile. Senza dubbio, la realtà del capitalismo si presta ad altre critiche, in certo modo, anche, più immediate: basti pensare agli insensati livelli di disuguaglianza raggiunti negli ultimi decenni, che in un certo senso si impongono da soli come argomento di studio e di denuncia. Nondimeno, quello selezionato sembra un punto di vista che non conviene disattendere, e anche abbastanza comprensivo. Prendiamo ancora, come esempio, il tema dell’eguaglianza: a parte la nota domanda di Sen, of what?, che in effetti si sposa bene con il mood del seminario, quest’ultimo comprende anche l’idea che gli attuali livelli di dispersione dei redditi non siano affatto privi di rapporto con le pretese di egemonia della forma merce, e che in effetti convenga partire da queste per arrivare a quelli, perché il percorso inverso non è altrettanto agevole. Cosa ancora più importante, la critica delle pretese di egemonia della forma merce non sembra affatto priva di rilievo dal punto di vista delle strategie da adottare per venire a capo dei problemi legati al binomio occupazione-redditi – che tanta parte hanno nel ‘che fare’ - Qui il PDF.

 L’articolazione tematica
Di seguito, i titoli dei 25 incontri in programma. L’ordine deve essere ritenuto indicativo, soggetto a variazioni. Cliccando sui nomi delle sezioni si accede a brevi illustrazioni degli argomenti che allo stato degli atti, fatto salvo quanto emergerà nel corso dei lavori, formano il percorso di ricerca che sarà proposto ai partecipanti. Il risvolto della brevità è una discreta densità, dovuta all’intenzione di consentire una presa di contatto abbastanza ravvicinata con le tesi dalle quali, di volta in volta, il seminario prenderà le mosse. Nello stesso spirito, questo link consente di accedere testo della relazione introduttiva che sarà presentata in occasione del primo incontro.
Centro per la riforma dello Stato

1. Cerchiamo ancora
Percorso 1
La visione del capitalismo
2. La figura del processo di accumulazione
3. Innovazioni radicali e profitti straordinari
4. Le “alte vette” della finanza
Le categorie del sociale
5. Il nesso di individualizierung e socializierung
6. La pluralità delle forme di riconoscimento
7. La rosa delle forme nella croce della vita materiale
La forma del problema
8. La differenza di società e capitalismo
9. I capitalisti in un’economia non capitalistica
10. Eticità e politica
Percorso 2
Problemi di storia recente
11. Dalla Golden Age alla Global Turbolence
12. La New Economy
13. Le crisi del 2001 e del 2008
Spazi di crescita e vincoli di ragionevolezza
14. Il paradigma digitale
15. La Green Economy
16. I servizi sanitari
17. Il “capitalismo culturale”
18. Il terziario povero
Cittadinanza, occupazione e reddito
19. Dagli Internal ai Transitional Labour Markets
20. Il contributo del settore pubblico
21. Il reddito e il lavoro nell’arco della vita
A scala globale
22. Le proiezioni geografiche del capitalismo
23. La fine del secolo americano
24. Dove va la Cina?
25. Problemi di ordine monetario internazionale

Docenti
La conduzione del seminario è affidata ad Alessandro Montebugnoli; sono previsti interventi di Cristiano Antonelli, Vincenzo Artale, Laura Bazzicalupo, Salvatore Biasco, Michela Cerimele, Giorgio Cesarale, Giulio De Petra, Alisa Del Re, Lelio Demichelis, Tristana Dini, Nerina Dirindin, Ida Dominijanni, Roberto Finelli, Elena Granaglia, Cristina Morini, Giorgio Rodano.

Per partecipare
L’iniziativa è rivolta a giovani studiose/i di economia, sociologia, scienze politiche, storia e filosofia, o comunque interessate/i ai temi illustrati nelle schede.
Gli incontri si terranno con cadenza settimanale, il giovedì dalle 17.00 alle 20.30.
Il seminario inaugurale si terrà giovedì 19 ottobre, alle ore 17, nella sala conferenze di via della Dogana Vecchia 5.
Sono chiuse le iscrizioni per il cui perfezionamento è possibile effettuare il pagamento della quota di euro 100 tramite bonifico da destinarsi entro il 23 ottobre a:
CENTRO PER LA RIFORMA DELLO STATO ONLUS
Banca di Credito Cooperativo – Agenzia di Roma 21
IBAN: IT96A0832703221000000002925
In alternativa è inoltre possibile effettuare il pagamento direttamente in contanti in occasione del primo incontro previsto per giovedì 19 ottobre.
Coloro che avranno seguito con continuità l’attività seminariale riceveranno un attestato di frequenza e potranno partecipare alla realizzazione di un volume collettivo, dedicato alla documentazione delle idee che avranno avuto modo di sedimentarsi nel corso degli incontri.